Il controllo dell’assunzione di cibo è un processo complesso, regolato da meccanismi comportamentali come il senso di appetito e sazietà, che danno indicazioni su quando e quanto mangiare.
Spesso aspetti psicologici e sociali dell’alimentazione complicano il controllo fisiologico dell’assunzione di cibo, causando disturbi dell’alimentazione, come l’obesità.
Appetito e Sazietà sono Controllati dal Cervello
Il modello attuale sulla regolazione comportamentale dell’assunzione di cibo è basato sull’attività di due centri ipotalamici: il centro della fame, tonicamente attivo, e il centro della sazietà che blocca l’assunzione di cibo inibendo il centro della fame.
I segnali efferenti da questi centri causano variazioni nel comportamento alimentare e generano sensazioni di fame e sazietà.
Il controllo di questi centri ipotalamici è complesso e regolato dai centri encefalici superiori, inclusi la corteccia celebrale e il sistema limbico.
Molti segnali chimici influenzano l’assunzione di cibo e il senso di sazietà, compresi numerosi neuropeptidi, ormoni “neurointestinali” secreti dal tratto digerente e sostanze chiamate adipocitochine, secrete dal tessuto adiposo.
Teorie sulla Regolazione dell’Assunzione di Cibo
Esistono due teorie classiche circa la regolazione dell’assunzione di cibo: la teoria glucostatica e la teoria lipostatica.
La teoria glucostatica, afferma che l’assunzione di cibo è regolata dal metabolismo del glucosio da parte dei centri ipotalamici.
Quando la concentrazione plasmatica del glucosio (glicemia) diminuisce, si ha la soppressione dell’attività del centro di sazietà e il centro della fame diventa predominante; quando invece il metabolismo del glucosio aumenta, il centro della sazietà inibisce il centro della fame.
La teoria lipostatica del bilancio energetico sostiene che un segnale proveniente dai depositi di grasso dell’organismo e diretto al cervello, moduli il comportamento alimentare in modo che l’organismo tenda a mantenere un dato peso corporeo.
Se i depositi di grasso aumentano, smettiamo di mangiare, durante il digiuno, invece, l’assunzione di cibo viene stimolata.
Si ritiene che l’obesità sia dovuta a un’alterazione di questo sistema di controllo.
Nel 1994 la scoperta della leptina, un ormone proteico prodotto dagli adipociti, ha fornito le prove della teoria lipostatica.
La leptina agisce come un segnale a retroazione negativa tra il tessuto adiposo e il cervello: se i depositi di grasso aumentano, le cellule adipose secernono più leptina, e l’assunzione di cibo diminuisce.
L’Obesità è un Fattore Genetico?
La leptina viene sintetizzata per lo più dal tessuto adiposo, sotto il controllo del gene dell’obesità (o gene ob) localizzato sul cromosoma 7.
E’ chiaro quindi che più cellule adipose si avranno, più il gene ob sarà stimolato a produrre leptina per diminuire l’appetito.
Una mutazione a livello del gene ob, potrebbe portare alla sua inattivazione e alla mancata produzione dell’ormone.
La regolazione dei livelli plasmatici di leptina però non è solo dovuta al numero di adipociti presenti nell’organismo e ad eventuali mutazioni genetiche, ma dipende anche da diversi fattori endocrinologici che sono implicati nell’attivazione o inibizione del gene ob.
Livelli bassi di insulina tipici dello stato di digiuno, stimoli adrenergici, ormoni della crescita e ormoni tiroidei, inibiscono la sintesi di leptina dando la sensazione di appetito.
Livelli alti di insulina, glucocorticoidi e citochine infiammatorie al contrario aumentano la secrezione di leptina, con riduzione dell’appetito.
Neuropeptidi e Stimolo della Fame
Un’altra importante molecola segnale è il neuropeptide Y (NPY), un neurotrasmettitore cerebrale che sembra essere lo stimolo per l’assunzione di cibo.
In diversi studi si è visto che la leptina inibisce l’azione del NPY attraverso un meccanismo a retroazione negativa.
Anche altri neuropeptidi, ormoni e adipocitochine influenzano il NPY, il rilascio di leptina e i centri ipotalamici che controllano l’assunzione di cibo.
Il peptide grelina, secreto dallo stomaco, quando viene somministrato provoca un aumento dell’appetito.
Altri peptidi, come gli ormoni CCK e GLP-1, sono rilasciati dall’intestino durante i pasti e aiutano a ridurre la fame.
Molti di questi peptidi regolatori dell’appetito hanno anche altre importanti funzioni, oltre quella di controllare l’assunzione di cibo. La grelina per esempio, promuove il rilascio dell’ormone della crescita.
Il Ruolo del Sistema Nervoso
Appetito e alimentazione vengono influenzati anche dalle informazioni sensoriali provenienti dal sistema nervoso.
Le semplici azioni della masticazione e della deglutizione del cibo aiutano a creare una sensazione di sazietà.
La vista, l’odore e il gusto del cibo possono stimolare o inibire l’appetito.
In un interessante studio alcuni ricercatori hanno provato a determinare se il desiderio di cioccolata sia attribuibile a fattori psicologici piuttosto che a stimoli fisiologici come le sostanze chimiche presenti nel cioccolato (W. Michener e P. Rozin. Pharmacological versus sensory factors in the satiation of chocolate craving. Physiol. Behav. 56(3): 419-422, 1994).
Ai soggetti veniva somministrato cioccolato fondente, cioccolato bianco privo degli agenti farmacologici del cacao, capsule di cacao o capsule di placebo.
I ricercatori hanno potuto stabilire che il cioccolato bianco era il miglior sostituto di quello reale, il che suggerisce che il gusto e l’aroma svolgano un ruolo importante nel soddisfare il desiderio di cioccolato.
Anche i fattori psicologici, come lo stress, possono avere un ruolo importante nel regolare l’assunzione di cibo.
Il concetto di appetito è strettamente legato alla psicologia dell’alimentazione, che può spiegare perchè soggetti sottoposti a dieta ferrea, che desiderano un fresco e cremoso gelato, non possono essere soddisfatti da una croccante carota.
Dott.ssa Viviana Mosca
Membro Indipendente Herbalife